Questa è la quarta pubblicazione di quello che si può tranquillamente definire il suo progetto solista, The New Regime. Rubin infatti ha già rilasciato nel 2008 il primo album “Coup”, a cui sono seguiti “Speak Through The White Noise” nel 2011 ed “Exhibit A” due anni più tardi. Il taglio stilistico è rimasto pressoché immutato per tutto questo tempo, segno che il musicista ha una personalità ben definita e riconoscibile, ma con “Exhibit B” compie un passo avanti poderoso nella solidità della scrittura.
Se in passato il coefficiente delle sue canzoni si spegneva dopo pochi ascolti, queste nuove tracce non perdono freschezza anche dopo ripetuti ascolti. Gli arrangiamenti sono ottimi, ogni suono ha la sua giusta collocazione nel panorama sonoro e nessuno soverchia l’altro. Quello di The New Regime è un pop-rock molto melodico ma mai dozzinale, non cerca il guizzo ruffiano, bensì il tono è sempre accorato ed estremamente sincero, complice anche l’ottima interpretazione di Rubin, che ha una voce cristallina ed espressiva.
È così che Mannequin e We Rise, We Fall con i loro ritornelli irresistibili, la nostalgica Let The Space Remain, l’etereo drum’n’bass di The Longing, Where I’ve Headed All Along che sta sospesa a mezz’aria, la beatlesiana Smokescreen riescono a far breccia, a incuriosire, a lasciare qualcosa nella memoria. Un’impresa non da poco se si considera che a scadere in banalità trite e ritrite non ci vuole molto, eppure Rubin dosa perfettamente istintività rock, semplicità pop e razionalità elettronica trovando la quadratura del cerchio. Bello, intenso e scorrevole, un album che non merita di passare inosservato.
(2015, Command!)
01 Where I’ve Headed All Along
02 Smokescreen
03 We Rise, We Fall
04 The Longing
05 Mannequin
06 Strong-Arm Tomorrow
07 Let The Space Remain
08 Voices Calling
IN BREVE: 4/5