In Criminal sono presenti molte dele costanti che hanno accompagnato Soft Moon nelle precedenti composizioni, la collaborazione con Maurizio Baggio e la spola continua per le sessioni di registrazione tra Germania e Italia. Oltre alla scelta della location per le sessioni di registrazione (la Distilleria di Bassano del Grappa) e la coproduzione con Baggio, di italiano c’è ben poco all’interno dell’album; in caso contrario, difficilmente avrebbe suonato in modo così denso, sperimentale e cupo.
“Criminal”, è sicuramente il più estremo, in termini sonori, testuali e personali. Prende le mosse da un’infanzia violenta sviluppata nel lato oscuro della California, il deserto del Mojave al confine con il Nevada. Al centro dell’album convivono paesaggi desertici, escursioni termiche e ricordi di una vita indigente all’interno di un contesto familiare disperato. Nella mente di Vasquez, vergogna, senso di colpa e conflitti interiori non accennano a calmarsi. Buio, insomma, dentro e fuori.
Burn, il primo estratto dall’album, è una sequenza di linee di basso opprimenti e synth duri e colpi taglienti, con un finale che lascia poco spazio all’immaginazione: “Fire, Hell is where I’ll go to live, so I burn”. Give Something sembra quasi languida, con una voce più sottile si distingue in mezzo a echi sintetici, rintocchi profondi e intervalli che somigliano a serrature arrugginite. Like A Father ha un ritmo serrato e si avvicina di più a un esperimento techno: toni spettrali e chitarre serrate buttate in mezzo a tutto come fossero centinaia di motoseghe, aprono le porte a un dialogo immaginario tra Vasquez e una figura paterna da cancellare come se non fosse mai esistita.
Choke e ILL sono le due tracce maggiormente connotate da atmosfere industrial: distorsioni, batterie in loop e bassi sintetizzati si rifanno alle radici dei primi Nine Inch Nails. Occorre una mente coraggiosa per buttare fuori un carico così grande di emotività, dando vita a un lavoro intimo e confessionale, ma non si può negare l’evidenza delle contaminazioni di artisti che dell’industrial hanno contribuito a crearne i presupposti, storici e sonori.
Non si può sottovalutare un dettaglio del genere che, se nei generi melodici può essere meno evidente, nel caso dell’industrial risulta fondamentale per fare in modo che possa definirsi sgradevole e provocatorio. Non esistono alternative, occorre saperlo fare davvero: tutto il resto è plastica.
(2018, Sacred Bones)
01 Burn
02 Choke
03 Give Something
04 Like A Father
05 The Pain
06 It Kills
07 Ill
08 Young
09 Born Into This
10 Criminal
IN BREVE: 2,5/5