I quattro inglesi con English Graffiti fanno ciò che doveva esser fatto, sfruttando l’onda lunga del successo per rinfrescare il proprio sound e scongiurare quel rischio sempre dietro l’angolo che è la ripetitività. In che modo? Un po’ come tentato – nel senso di non riuscito – dagli Strokes con il loro ultimo “Comedown Machine”, ovvero inserendo una spruzzata di elettronica, ma nel caso dei Vaccines senza snaturarsi poi tanto: Minimal Affection, Denial e Want You So Bad, infatti, calibrano bene dove e quando dare libero sfogo ai synth, mantenendo intatta la spiccata indole indie rock della band, in pratica il vero segreto di Pulcinella del loro successo.
Il primo singolo Handsome, 20/20 e Radio Bikini ricordano allo zoccolo duro dei fan dei Vaccines che il gruppo che si trovano di fronte è sempre lo stesso, ma a mischiare le carte spunta una ballad come (All Afternoon) In Love, dal forte sapore Beatles, farcita con qualche flebile inserto psichedelico. Gli stessi inserti che si riscontrano in Maybe I Could Hold You e nella conclusiva Undercover, frutto con poco margine di dubbio del lavoro alla produzione di Dave Fridman (che ha lavorato, tra gli altri, con Tame Impala e Flaming Lips).
Sfrontato senza strafare, “English Graffiti” conferma ancora una volta i Vaccines fra le realtà più interessanti dell’oberato planisfero indie, grazie alla capacità dimostrata da Justin Young e i suoi di correre velocissimi e senza guardarsi indietro per autocompiacersi.
(2015, Columbia)
01 Handsome
02 Dream Lover
03 Minimal Affection
04 20/20
05 (All Afternoon) In Love
06 Denial
07 Want You So Bad
08 Radio Bikini
09 Maybe I Could Hold You
10 Give Me A Sign
11 Undercover
IN BREVE: 3,5/5