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Touché Amoré – Spiral In A Straight Line

Il modo in cui Jeremy Bolm scrive è indubbiamente uno degli elementi distintivi della musica dei Touché Amoré. Perché Bolm parla e ha sempre parlato di se stesso in maniera così diretta e intima da rendere l’ascoltatore davvero empaticamente coinvolto, così tanto da fargli quasi provare lo stesso dolore che di volta in volta trasuda dal suo urlato soffocato. Anche perché i dolori sputati fuori da Bolm sono di quelli che prima o poi toccano o sono toccati a tutti, impossibile non andare lì col pensiero vedendo lui ammassarli uno sull’altro. Ancora più impossibile non sentire un buco nel petto se quel dolore lo sta provando proprio in quel momento anche chi l’ascolta, come quando nel 2016 ci ha raccontato della malattia della madre nel meraviglioso “Stage Four” e poi, quattro anni dopo, della sua scomparsa in “Lament”.

E i testi di Bolm, uniti alla peculiare formula post hardcore della band, fanno di questo Spiral In A Straight Line un altro importante tassello del mosaico espressivo della formazione californiana. Un mosaico dove le consuete sferzate hardcore s’innescano su melodie sempre ricercate che spesso lambiscono territori anche molto distanti da quelli che − quantomeno sulla carta − apparterrebbero in prevalenza ai Touché Amoré. È ad esempio il caso di Hal Ashby, una riflessione su situazioni che non sono andate esattamente come sarebbero potute andare, oppure Force Of Habit, costruita su una chitarra waveggiante che ficca un bella manciata di anni ’80 tra lo screamo deciso di Bolm.

La carica esplosiva che i Touché Amoré hanno già ampiamente dimostrato di possedere, in “Spiral In A Straight Line” risulta sensibilmente affievolita, il che ha comportato una inevitabile − ma immaginiamo voluta − virata verso una malinconia ancora più diffusa e percepibile rispetto ai precedenti capitoli della loro discografia. Ferma restando la presenza di episodi come Disasters e Finalist, che vanno a una velocità e posseggono un’irruenza degne dei momenti più adrenalinici della produzione dei californiani, in “Spiral In A Straight Line” a farla da padrone è uno spleen agrodolce che tocca i suoi apici in brani come Subversion (Brand New Love) e Goodbye For Now, forse non a caso le tracce che vantano gli unici due featuring del disco: Lou Barlow (Dinosaur Jr, Sebadoh) nella prima, l’amica Julien Baker nella seconda.

Giunti così al sesto lavoro in studio, i Touché Amoré si confermano una istituzione nel loro microcosmo di riferimento, genuini e carnali come pochi altri, capaci di tenere sempre dritta la barra (rischiando a volte di ripetersi un po’ troppo, ed è questo l’unico “rimprovero” che ci sentiamo di rivolgergli) senza mai perdere l’intensità emotiva che li contraddistingue fin dagli esordi. E se crogiolarsi in una sincera tristezza è ciò di cui avete bisogno, i Touché Amoré e nello specifico un disco come questo “Spiral In A Straight Line” sono tra le migliori opzioni a vostra disposizione.

2024 | Rise

IN BREVE: 3,5/5

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