La voce di Caitlin è straordinaria, fluttuante e ondifraga, il resto è un carezzevole bandolo di chitarre elettriche educate, atmosfere leggermente psichedeliche tanto da ricordare i Mazzy Star o Liz Phair o più integralmente gli anni ‘90 delle disillusioni e dei vaghi contorni della solitudine collettiva, quella parte di America loner che tanto ha riportato agli ascolti di mezzo mondo.
Disco di immagini, polvere dorata di ricordi indietro, quattordici battute di cuore che i due Gutenberger insieme a Phil Krohnenegold alla seconda chitarra, Tess Shapiro a cori e percussioni e Josh Barnhart a batteria e percussioni spalmano – senza tante esaltazioni – lungo la verticale della list e l’ascoltatore non farà altro che assorbirne le fragranze delicatissime.
L’America dei grandi spazi in It’s Okay e Gone, lo slow nebbioso di The Feel, la slogatura blues di Nighttime o la botta di vita distorta e amplificata della title track, rappresentano al meglio quello che traffica dentro il disco, una piacevolezza lucente senza la luce dei riflettori.
(2015, Crossbill)
01 Come Home
02 I Am My Own
03 It’s Okay
04 Choose
05 The Feel
06 In The Beginning
07 You Get To Me
08 Nighttime
09 Bully
10 Assembling
11 Heavy
12 Gone
13 Get It Out
14 When You Left
IN BREVE: 4/5