In un’intervista rilasciata a Stereogum, Hanson ha dichiarato come Plum sia stato scritto e concepito in un periodo di cambiamenti, tra cui l’ingresso di due nuovi membri, e di perdite “politically, familially, romantically” che ci ricordano quanto la musica sia la sublimazione più riuscita delle emozioni, che solo una band, degna di essere chiamata tale, riesce a esprimere sotto forma di album. Sarà per questo che “Plum”, pubblicato per Drag City, è un conglomerato di generi e suoni: pianoforte, riff, cori e assoli lo rendono uno dei loro album più coinvolgenti; sembra avere tutte le carte in regola per aprirsi a una fascia più ampia di ascoltatori.
Ma questa nuvoletta azzurra e naif, ha, in realtà, una duplice natura? Gioca a confondere le idee su ciò che stiamo ascoltando o cerca di celarne la pioggia? La traccia Charles de Gaulle sembra rispondere con un sottofondo di pioggerella domenicale, che fa prendere all’album la direzione di catabasi psichedelica, i cui rintocchi fanno pensare al caro vecchio Syd in “The Piper At The Gates Of Dawn” e al “Magical Mystery Tour” dei Beatles. Bee Karma e Blue Cloud palesano le capacità di questa nuova formazione nell’alternare schizofrenicamente una calma apparente a delle tonalità più selvagge e garage rock.
“If you’re leaving at the sunrise with the map on your head / There’s no streets at night to draw away a spirit / She tore me apart with a pair of old horse teeth”, canta Hanson, la cui voce in quest’album si fa a tratti più morbida. L’ascolto assieme alle tracce finali si addolcisce, sia per i testi che per gli arrangiamenti, a tratti radioheadiani. La nuvola passeggera dei Wand si conclude con Driving, una delle tracce più lunghe nonché virtuose dell’album, che, come suggerisce il titolo, sembrerebbe perfetta per un melanconico rientro a casa.
(2017, Drag City)
01 Setting
02 Plum
03 Bee Karma
04 Charles de Gaulle
05 High Rise
06 White Cat
07 The Trap
08 Ginger
09 Blue Cloud
10 Driving
IN BREVE: 4/5