La risposta dei Woods agli eventi è un po’ fricchettona com’è nel loro stile: l’amore vince (o quantomeno dovrebbe farlo) su tutto, inutile provare per altre vie. Dubitiamo qualcuno gli darà mai retta, ma Jeremy Earl e i suoi c’hanno provato con sei tracce che ripartono dall’impianto strumentale del precedente lavoro per renderlo se possibile ancora più lisergico, più fumoso e a tratti persino sfuggente.
I dieci minuti di Spring Is In The Air, ad esempio, sono il manifesto di come i Woods credono debbano essere risolti i problemi del mondo, quello che c’è stampato in copertina: tutti insieme, con calma, a passo cadenzato, riscaldati dal tepore primaverile, senza bombe, senza muri, senza divisioni né prese di posizione irremovibili. Perché l’amore è l’amore e prima o poi tutti dovranno capirlo.
La tromba westernata di Bleeding Blue col suo incedere seventies, il folk più classico di Lost In A Crowd e quel certo tribalismo della title track che rimanda direttamente al recente passato dei Woods, sono i vari modi in cui la band lancia il proprio messaggio di pace ed empatia, facendo ancora una volta riferimento a mostri sacri dell’epopea rock di fine anni ’60 che è persino inutile citare.
“Love Is Love” è senza dubbio un lavoro sincero e ispirato ma, al netto dell’encomiabile obiettivo, dai Woods ci si aspettava qualcosina in più. Pagano forse il coinvolgimento emotivo o più probabilmente la stanchezza accumulata negli ultimi anni con il tran tran senza sosta disco-tour, ma l’album suona un po’ abulico e non riesce ad andare oltre una stentata sufficienza.
(2017, Woodsist)
01 Love Is Love
02 Bleeding Blue
03 Lost In A Crowd
04 Spring Is In The Air
05 I Hit That Drum
06 Love Is Love (Sun On Time)
IN BREVE: 3/5