La band di Hoboken dà alle stampe Stuff Like That There, disco di (ri)arrangiamenti di pezzi di album precedenti come All Your Secrets, The Ballad Of Red Buckets e Deepers Into Movies e cover di grandi classici più o meno noti, tra i tanti I’m So Lonesome I Could Cry di Hank Williams, la Friday I’m In Love dei The Cure e una rilettura dark di un funk storicamente nervous, ovvero I Can Feel The Ice Melting dei funambolici Parliament di George Clinton, e lo fa con la consueta classe americana, soffice, sognante, ricca di miraggi e visioni come da marchio.
In questa occasione la band (Ira Kaplan, Georgia Hubley e James McNew) ritorna nella quadratura originale a quattro con il riavvicinamento di Dave Schramm alla chitarra e ora si può dire che la magia torna (momentaneamente) a funzionare alla grande.
Eleganza e tenerezze di prim’ordine, folk-oriented dai tenui chiaroscuri che inducono l’immaginazione a viaggiare, viaggiare oltre tutto quello che fa barriera, è il logos di una band che – anche con questo lavoro in surplus – comunque dà all’anima dell’ascoltatore quel senso d’immortale, quella parvenza d’ali per fuggire via da tutto.
(2015, Matador)
01 My Heart’s Not In It (cover Darlene McCrea)
02 Rickety
03 I’m So Lonesome I Could Cry (cover Hank Williams)
04 All Your Secrets (remake of track from “Popular Songs”)
05 The Ballad Of Red Buckets (remake of track from “Electr-o-pura”)
06 Friday I’m In Love (cover The Cure)
07 Before We Stopped To Think (cover Great Plains)
08 Butchie’s Tune (cover Lovin’ Spoonful)
09 Automatic Doom (cover Special Pillow)
10 Awhileaway
11 I Can Feel The Ice Melting (cover Parliament)
12 Naples (cover Antietam)
13 Deeper Into Movies (remake of track from “I Can Hear The Heart Beating As One”)
14 Somebody’s In Love (cover Cosmic Rays with Sun Ra Arkestra)
IN BREVE: 4/5